Sono poco meno di 500mila i comaschi chiamati domani alle urne per il referendum sulle variazioni della normativa che regola l’estrazione di petrolio tramite le piattaforme entro dodici miglia dalla costa. Più precisamente, a quindici giorni dal voto – secondo le cifre diffuse ufficialmente dalla Prefettura di Como – i comaschi aventi diritto erano 463.776, dei quali 225.495 uomini e 238.281 donne, che potranno esprimersi sul quesito in 551 sezioni.
E’ passato alle cronache come il referendum delle trivelle, ma il titolo ovviamente è più completo e articolato: Divieto di attività di prospezione , ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per i titoli abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita utile del giacimento. Il quesito referendario e stampato su scheda gialla. In calce al quesito, le due caselle: sì e no. In caso di vittoria del sì, le società petrolifere già titolari di concessioni per estrarre gas e petrolio in mare entro le 12 miglia marine dalla costa, una volta scaduta la concessione dovranno chiudere la piattaforma e riconsegnare la concessione alla scadenza. In caso di vittoria del no (o di mancato raggiungimento del quorum) la norma rimarrà invariata , quindi l’attività di estrazione potrà continuare fino all’esaurimento del giacimento. Le urne saranno aperte domani dalle 7 alle 23. Per la validità del referendum abrogativo è necessaria la partecipazione alla votazione da parte della maggioranza degli aventi diritto.