<Ieri ho incontrato il segretario generale: gli ho chiesto di convocare un tavolo con le compagnie petrolifere. Voglio andare a fondo della questione>.
Daniela Maroni, “madrina” della carta sconto benzina, ha un doppio ruolo. E’ consigliere regionale e membro della segreteria del Pirellone, e rappresentante dei gestori di stazioni di servizio per la provincia di Como.
Segue perciò molto da vicino le vicende legate al carburante e alla gestione dello sconto nelle fasce di confine.
Nei giorni scorsi, un reportage di Espansione Tv ha dimostrato ciò che i cittadini sostengono da mesi: ossia che, a Como, i carburanti costano più che nelle province o nei capoluoghi limitrofi, come ad esempio Monza o Lecco.
Non è una sensazione, a parlare sono i numeri. Numeri ufficiali che si possono verificare consultando l’Osservaprezzi carburanti del Ministero dello Sviluppo Economico, dove vengono aggiornati settimanalmente (o giornalmente in caso di aumenti infrasettimanali) i prezzi applicati nei diversi impianti sul territorio
Maroni aveva promesso di approfondire la questione: ieri, il primo passo. <Ho incontrato il segretario generale, ho chiesto di convocare un incontro con i rappresentanti delle compagnie. La varietà di pezzi è principalmente collegata al differenziale geografico di cessione; dopodiché, bisogna capire se c’è qualcuno che magari ne approfitta. Io non credo, ma lo verificheremo>.
<La carta sconto serve ai cittadini di confine e non può trasformarsi in un mezzo per fare affari – commenta Dario Bianchi – La Regione verificherà naturalmente queste le segnalazioni>. Se, infatti, è possibile che fra paesi e distributori diversi ci siano tariffe differenti, magari per la tipologia di gestione (con o senza personale) o per il cosiddetto differenziale geografico che viene stabilito dal Ministero, eventuali altre difformità andrebbero valutate attentamente. <È Inammissible che nelle fasce di confine ci siano politiche differenti – conclude sempre Dario Bianchi – È necessario controllare>.