I frontalieri che hanno pagato l’iscrizione al servizio sanitario nazionale verranno rimborsati. L’annuncio di Roberto Maroni chiude definitivamente una partita che interessa migliaia di frontalieri comaschi.
Il governatore della Lombardia ha mandato una lettera a tutti i frontalieri coinvolti, nella quale comunica la possibilità di accedere al rimborso.
Il contributo al servizio sanitario nazionale era stato richiesto ai lavoratori oltreconfine per poter beneficiare delle prestazioni, in base all’interpretazione della circolare ministeriale del 2015 di alcune Ats, le ex Asl. Un contributo, a seconda del reddito, tra i trecento e i tremila euro. Molti frontalieri avevano pagato, altri avevano aspettato. Chi ha pagato, ora verrà rimborsato. <Negli scorsi mesi – spiega Maroni nella lettera – la sua Asl Le ha richiesto l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, applicando precise direttive ministeriali sui lavoratori frontalieri e sui titolari di pensione in Svizzera. Regione Lombardia – continua Maroni – si e’ opposta a queste direttive. Lo scorso 8 marzo il Ministero della Salute ha riconosciuto la validità della posizione espressa da Regione Lombardia: riteniamo infatti che (in base ai vigenti accordi tra l’Italia e la Svizzera) i lavoratori frontalieri e i titolari di pensione in Svizzera contribuiscono già al sistema fiscale nazionale e non devono corrispondere ulteriori contributi per l’iscrizione al Servizio Sanitario>. Questa è la spiegazione di Maroni che, in calce alla lettera inviata ai frontalieri, ha aggiunto il nome e i contatti del responsabile del procedimento per velocizzare la procedura di rimborso.