Chiusi in ufficio o in albergo per ore senza possibilità di uscire. Questa la giornata di Luca Mangiat, 32enne comasco di Brunate da nove anni a Bruxelles, e Simone Ceruti, manager di una multinazionale da oltre 3 anni nella capitale belga. E’ una città bloccata e sotto shock Bruxelles, duramente colpita oggi da attentati poi rivendicati dall’Isis, che hanno provocato almeno 34 morti e oltre 200 feriti. Prima l’esplosione in aeroporto, poi in metropolitana, tra le fermate di Maelbeek e Shuman, a due passi dall’ufficio di Luca che, per una questione di minuti, ha evitato di essere su quel convoglio, e dall’albergo in cui si trovava Simone per un meeting.
“Abbiamo sentito sirene, elicotteri, eravamo bloccati in albergo, ci hanno fatto uscire soltanto verso le 13” racconta Ceruti. “Non possiamo muoverci, la città è bloccata” dice ancora Mangiat, passato dalla stazione della metro un’ora prima dell’esplosioni mentre una sua collega, a bordo del convoglio successivo a quello dell’attentato, è rimasta ferma per ore fra le due stazioni prima dell’evacuazione