<No alla guerra con il canton Ticino>. L’assessore regionale Francesca Brianza prova a distendere un rapporto – quello tra la Lombardia e il cantone svizzero di lingua italiana – che, negli ultimi mesi, si è inasprito.
Una tensione che, spesso, va a scaricarsi sui frontalieri, gli italiani che lavorano in Svizzera: da una parte, i movimenti politici elvetici più conservatori cercano di contrastare l’aumento dei lavoratori italiani, dall’altra i politici italiani accusano la Svizzera di adottare norme che colpiscono i frontalieri. Come, ad esempio, il recente albo delle imprese artigiane, al quale anche le aziende italiane che prestano opera in Ticino dovranno iscriversi.
I frontalieri e i rapporti con la Svizzera sono stati al centro, oggi, di un incontro in Regione. L’assessore Brianza – con delega alla Regio Insubrica – ha incontrato sindacalisti, associazioni di categoria, frontalieri e sindaci.
Le tematiche sollevate durante il tavolo di lavoro hanno toccato la contestata Legge sulle imprese artigianali, ma anche problematiche relative al traffico e alla viabilità, trasporti transfrontalieri, infrastrutture, tassazione, nuova imposizione fiscale, accordi bilaterali, lavoro, dumping salariale e ristorni.
<In questa partita – ha detto l’assessore Brianza – non si deve sottovalutare il ruolo della Regio Insubrica, ente di dialogo tra Regione Lombardia, Canton Ticino e Regione Piemonte. Ricordo che Regione Lombardia non può intervenire su tematiche di politica estera, ma il presidente Maroni intende convocare in Regione tutti i parlamentari lombardi per sensibilizzarli sulle tematiche che riguardano i territori di confine. La nostra volontà – ha concluso l’assessore – non è quella di fare guerra al Canton Ticino, ma di apportare, ove ve ne fosse necessità, dei correttivi per trovare una soluzione ai vari problemi, che spesso sono comuni>.