Il Comune di Como ritarda i pagamenti ma resta in regola: per legge bisogna pagare i fornitori con un ritardo massimo di trenta giorni, e mediamente Palazzo Cernezzi liquida i creditori in meno di venti giorni.
Como rientra così nella metà virtuosa del Paese, almeno per quanto riguardai i tempi di pagamento. In base a un’elaborazione pubblicata oggi sul Sole 24 Ore, su 117 capoluoghi di provincia italiani solamente la metà salda i fornitori con attese superiori ai 30 giorni previsti dalla legge.
Pur in un quadro complessivo positivo, la situazione di Como nel rapporto con i creditori però sembra essere peggiorata nel passaggio dal 2014 al 2015.
Se nel 2014 infatti Como pagava mediamente con un ritardo di 1,9 giorni, nel 2015 i giorni di ritardo sono saliti a 19,4.
Quindi i pagamenti si sono allungati, pur restando in un range accettabile. Una ventina di giorni di ritardo. Periodo che si espande a dismisura, ad esempio, a Benevento, dove le aziende devono aspettare mediamente 244 giorni, otto mesi, per ottenere il saldo; al contrario, l’amministrazione più efficiente è Verona, che paga addirittura con diciotto giorni di anticipo.
Spesso i tempi più lunghi si registrano nel Mezzogiorno, ma non mancano i ritardatari anche al nord: Monza, ad esempio, paga mediamente con 65 giorni di ritardo.