Albo delle imprese artigiane in Ticino: sulla misura varata dal Gran Consiglio e pesantemente contestata dalle associazioni artigiane italiane, i cui associati lavorano speso in Svizzera, interviene ora direttamente la Farnesina.
Lo rivelano i deputati lariani Mauro Guerra e Chiara Braga, che annunciano sul tema una battaglia politica. <La Camera – dicono – ha votato una mozione per impegnare il Governo ad analizzare la legittimità dei provvedimenti ticinesi>.
Dal primo febbraio, infatti, le aziende artigiane italiane (al pari di quelle svizzere) del settore edile e impiantistico che vogliono lavorare in Ticino devono iscriversi a un albo delle imprese. Iscrizione che deve essere vagliata da una commissione svizzera. Una misura che è difficile non leggere in senso protezionistico.
<Questa legge – aggiungono Braga e Guerra – di fatto ostacola la libera circolazione delle imprese estere, nella maggior parte italiane, ed è stata oggetto d’attenzione da parte del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Qualche giorno fa la Farnesina ha comunicato di aver fatto partire in maniera formale due distinte procedure>.
La prima riguardante una nota formale all’ambasciata italiana a Berna affinché provveda a notificare al Governo svizzero le riserve avanzate dall’Italia. La seconda è l’attivazione ufficiale della rappresentanza italiana presso l’Unione Europea affinché agisca nei confronti degli uffici competenti della Commissione al fine di approfondire la questione e stabilire se la recente legge ticinese in materia di artigianato sia lesiva dei trattati bilaterali sottoscritti tra la UE e la Svizzera in materia di libera circolazione delle persone e di ostacoli tecnici al commercio.