Una giornata per riportare l’attenzione e riflettere su una tragedia a lungo dimenticata e nascosta. Anche Como ha celebrato in biblioteca oggi, 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, dedicato alla memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo delle popolazioni istriane, fiumane e dalmate e, in generale, della complessa vicenda del confine orientale dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Ai martiri italiani delle foibe istriane sono intitolati i giardini di via Sant’Antonino ad Albate, dove questa mattina è stata deposta una corona di fiori. Una tragedia i cui contorni sono ancora da definire. Si parla di 5-10 mila persone morte nelle cavità carsiche, le cosiddette foibe. Centinaia di migliaia i cittadini che hanno scelto di restare italiani e per questo sono stati costretti a lasciare terra, casa e affetti diventando esuli, come ricordato dallo storico Marco Cimmino. Secondo gli ultimi studi, Como potrebbe averne accolti circa 800. Decisivo il ruolo della Famiglia Comasca “che ci accolse quando eravamo guardati con sospetto” ha sottolineato Luigi Perini, presidente del comitato di Como dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che ha ricordato i suoi anni da esule e la sua vita nel campo profughi. Un tema, quello dell’accoglienza, sottolineato anche dal prefetto di Como, Bruno Corda.