Paratie antiesondazione: primo incontro tecnico, oggi, tra Comune di Como e Regione Lombardia, dopo la bufera di inizio anno che ha di fatto bloccato l’opera.
Un vertice dal quale sono filtrate alcune linee guida ma nessuna soluzione certa. Di certo, per ora, è emersa la volontà del Pirellone uscire dalla situazione di stallo che blocca il cantiere più importante di Como.
Un cantiere avviato nel 2008, interrotto nel 2012 e mai più ripartito: a inizio anno la bocciatura della terza versione del progetto da parte dell’Anticorruzione e l’apertura di un’indagine della Procura di Como hanno congelato un iter già molto complicato.
La situazione, quindi, è a dir poco complessa. Nel frattempo, il lungolago di Como – la parte più preziosa della città – resta intrappolata in un cantiere senza fine.
E proprio per cercare di uscire da questa impasse, oggi, i tecnici del Comune di Como sono andati in Regione, accompagnati dal sindaco Mario Lucini e dall’assessore Lorenzo Spallino. Il punto più difficoltoso è identificare una soluzione legittima che consenta al cantiere di ripartire: una soluzione con una compatibilità normativa, prim’ancora che tecnica. Perché in realtà, sul contenuto tecnico della terza perizia di variante, non sono mai stati mossi rilievi.
Pare sia stata esclusa, sempre oggi, l’ipotesi di rifare i lungolago evitando di realizzare le opere idrauliche di difesa della piazza, le cosiddette paratie. L’opera, infatti, incassò i primi finanziamenti attraverso la Legge Vatellina, studiata proprio per realizzare sistemi di difesa dal rischio idrogeologico.