Dallo scorso 20 gennaio i bambini venuti al mondo in quello che tutti comunemente continuano a chiamare ospedale Sant’Anna di Como sull’atto di nascita vedranno scritto nato nell’Asst (azienda socio sanitaria territoriale) Lariana, presidio ospedaliero di San Fermo della Battaglia.
A denunciare quello che potrebbe essere considerato solo un cambio burocratico irrilevante per alcuni ma che invece da altri viene visto come un segnale di perdita di identità, è l’assessore competente del Comune di Como, Marcello Iantorno.
«L’ospedale Sant’Anna, il principale di Como, dopo che per secoli ha mantenuto la sua identità anche territoriale con riferimento alla città capoluogo, dalla recente riforma della sanità si è visto modificare la sua storica denominazione», spiega l’assessore.
«Nei giorni scorsi, all’ufficio Nascite del Comune di Como è pervenuta, senza preavviso o spiegazioni da parte della dirigenza dell’azienda, la nuova dicitura degli atti di dichiarazione di nascita di un bambino nato all’Ospedale Sant’Anna», dice sempre Iantorno.
E così se fino al 18 gennaio si leggeva che il bambino era venuto alla luce nel “l’azienda ospedaliera Ospedale Sant’Anna di Como, presidio di San Fermo della Battaglia”, «dal 20 gennaio la nuova dicitura è diventata nato presso l’Asst (azienda socio sanitari territoriale) Lariana, presidio ospedaliero di San Fermo della Battaglia», dice Iantorno.
E in questo discorso si innesta inevitabilmente anche il trasferimento del Sant’Anna, alcuni anni fa, per ragioni di confini, sul territorio di San Fermo.
«Il problema della tutela dell’identità territoriale delle nascite è un tema che il legislatore nazionale dovrà affrontare» afferma ancora l’assessore. Occorrerà – propone – magari «modificare e introdurre un criterio basato sulla residenza di appartenenza dei genitori. ne parlerò con i nostri parlamentari. Chiederemo anche alla direzione della neo costituita Asst di rivedere la dicitura ripristinando almeno nel nome l’ identità storica dell’Ospedale sorta e mantenuta sin dal quindicesimo secolo», conclude Iantorno.