Veleni e scambi reciproci di accuse tra maggioranza e minoranza: il cantiere delle paratie è un terreno di scontro minato per chi governa la città di Como e per chi fa opposizione.
Perché l’opera venne iniziata durante la precedente amministrazione, che oggi siede tra i banchi della minoranza. L’attuale maggioranza accusa la controparte di aver avviato un’opera inutile. E viene, a sua volta, accusata di non essere stata in grado di risolvere la questione, così come promesso in campagna elettorale.
Ed è ciò che è accaduto ieri sera in diretta tv, nella puntata del talk show Nessun Dorma dedicata all’annosa questione delle paratie. Anzi, al “caso paratie”, dopo la bocciatura dell’ultima versione del progetto da parte dell’Anticorruzione e l’apertura di un’indagine della Procura di Como.
Gianni Imperiali e Andrée Cesareo, consiglieri comunali di Como Civica e Partito Democratico, hanno difeso la scelta del sindaco Mario Lucini: ossia, nel 2012, non rescindere il contratto con l’azienda Sacaim per redigere un nuovo progetto ma tentare di modificare il progetto originale dando così vita alla famosa “terza variante”, ossia la terza versione delle paratie, che si è infranta contro il giudizio negativo dell’Anticorruzione.
Per contro, il capogruppo di Forza Italia Sergio Gaddi ha nuovamente chiesto le dimissioni di Lucini, sostenendo come la mancata soluzione della questione paratie sia la certificazione del fallimento politico dell’amministrazione. Gaddi ha aggiunto che, nel 2012, Lucini avrebbe dovuto e potuto far ripartire il cantiere.
Dal problema all’ipotetica soluzione: secondo i consiglieri di maggioranza, è necessario un intervento da Roma. Commissariamento necessario per Gaddi, secondo il quale l’affidamento dell’opera a un soggetto esterno sarebbe <la certificazione della sconfitta politica> dell’amministrazione.
In studio, ieri sera, anche Luca Ceruti, consigliere del Movimento 5 Stelle: le paratie sono <un’opera inutile>, ha detto l’esponente di opposizione, che si è unito alla richiesta di dimissioni del sindaco, ma ha anche aggiunto che l’opera non può essere gestita – con un commissariamento de facto – da Regione Lombardia, ma deve essere affidata a un commissario esterno. <Non ci interessa avere le paratie – ha concluso Ceruti – ci interessa riavere il lungolago>.
E il commissariamento è l’unica soluzione possibile anche secondo Enrico Bianchi, vicepresidente Ance, che ieri sera ha rappresentato il mondo delle categorie economiche. <Serve pragmatismo – ha detto – e un commissario nominato dal governo con poteri straordinari>.