La procura di Como indaga sul cantiere delle paratie antiesondazione sul lungolago. La finanza effettua perquisizioni in Comune e in numerosi altri uffici. Il sindaco della città, il suo predecessore, quattro dirigenti comunali, un dirigente e un ex dirigente di Sacaim vengono iscritti nel registro degli indagati.
Questa è la cronaca di oggi, che – inevitabilmente – innesca una serie di reazioni politiche. Il Partito Democratico fa scudo attorno a Mario Lucini: nel giorno forse più difficile dall’inizio del mandato, il sindaco di Como trova un appoggio politico. Appoggio che, invece, non arriva da Regione Lombardia, che per la seconda volta nel giro di pochi giorni – la prima venerdì sera dopo la stroncatura dell’Anticorruzione – prende le distanze dall’operato del Comune di Como sul tema delle paratie. A firmare il comunicato regionale, questa volta, è direttamente il governatore Roberto Maroni. <Vediamo la prosecuzione di queste indagini a cosa porterà. Noi abbiamo solo messo a disposizione le risorse. Non abbiamo alcuna responsabilità – precisa Maroni in una nota della Regione – perché la stazione appaltante e tutte le iniziative sono state prese dal Comune di Como. Se proseguiranno i lavori, bene. Altrimenti utilizzeremo le risorse per altre opere>. Le risorse di cui parla Maroni ammontano a circa 13 milioni di euro, oltre un terzo rispetto al costo complessivo dell’importo.
Tra le fila del consiglio comunale, Laura Bordoli – capogruppo di Nuovo Centrodestra – torna al 2012, anno dello scontro elettorale tra lei e l’attuale sindaco. <Lucini vinse le elezioni sul tema delle paratie – dice oggi Bordoli – seguiva la vicenda da tempo. Oggi, a oltre tre anni di distanza, ci troviamo in una situazione addirittura peggiore. Mi chiedo poi perché il sindaco abbia interpellato preventivamente l’Anticorruzione, visto che dice di esser convinto di aver sempre fatto le scelte giuste. Ad ogni modo, spero che l’amministrazione di Como non faccia lo stesso errore – ossia stravolgere il progetto iniziale – anche sulla Ticosa>.
Sull’operato di Lucini non ha invece alcun dubbio Andrea Luppi, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale. <Eventuali dubbi – dice – li avrei sulle tempistiche e su alcune conclusioni dell’indagine dell’Anticorruzione. Il verdetto di Anac non è la Bibbia, e sono convinto che alcuni passaggi siano opinabili. L’Anac si è ben guardata, tra l’altro, dal dare indicazioni alternative rispetto al “fermare tutto e tornare indietro”. Ad ogni modo – conclude Luppi – credo che Lucini abbia fatto di tutto per risolvere la questione delle paratie, agendo in modo serio e responsabile>. Una strada che, tuttavia, non ha portato alla ripartenza del cantiere. <Non dico che va tutto bene – risponde Luppi – ma Lucini non si è sfilato dall’impegno preso con gli elettori>.
In serata è arrivato il sostegno a Lucini anche da Alessandro Alfieri, segretario regionale del Partito Democratico. <Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e ci auguriamo si faccia chiarezza quanto prima sull’indagine in corso. Esprimiamo piena solidarietà nei confronti del sindaco Mario Lucini e siamo certi della bontà dell’operato della sua amministrazione che si è trovata a risolvere una situazione complicata ereditata dalla precedente giunta di centrodestra>.