
Una volta erano Usl. Poi diventarono Asl: da unità ad aziende. Ora, la sigla cambia completamente. Ats. Acronimo di Agenzia della Tutela della Salute.
Un soggetto che si occuperà esclusivamente di vigilanza e programmazione sanitaria, mentre l’erogazione delle prestazioni andrà in capo alle Asst, che a Como riunisce gli ospedali Sant’Anna di San Fermo, Sant’Antonio Abate di Cantù e Felice Villa di Mariano Comense.
La vecchia Asl quindi cambia pelle, ma anche dimensioni: la Ats dell’Insubria riunisce infatti Como e Varese. Un po’ come accade per l’università dell’Insubria. Un ateneo che, in teoria, è in equilibrio tra due sedi di pari peso e dignità, in realtà è sbilanciato dalla parte varesina.
Che l’equilibrio tra Como e Varese sia questione delicata è testimoniato dal fatto che, oggi, alla presentazione ufficiale, tutti i vertici della Ats dell’Insubria si sono premurati di garantire la parità di trattamento tra le due sedi.
Paola Lattuada, direttore generale della neonata Ats Insubria, aveva individuato, come direttore sanitario, una figura comasca, che tuttavia non era disponibile. <Volevo farlo proprio come gesto di considerazione nei confronti del territorio comasco>, dice il numero uno dell’Ats. Il ruolo è stato poi assegnato ad Anna Maria Maestroni, che arriva dall’Asl di Lecco.
<Sanità – ha detto Maestroni, alla presentazione – non è solo ospedale, ma è anche trattamento delle cronicità, che non riguardano solamente le persone anziane>. Sulla garanzia dei servizi da erogare ha puntato il nuovo direttore sociosanitario, Lucas Maria Gutierrez, già dirigente dell’Asl varesina.
E sempre dall’Asl varesina arriva Luca Manganaro, nuovo direttore amministrativo, che ha garantito che le due sedi, Como e Varese, avranno <pari dignità>. Due sedi che formeranno un’agenzia da 860 persone, con bilanci vicini ai due miliardi di euro. Per i cittadini, però, cambierà – almeno per ora – poco o nulla, assicura il direttore generale.