Tangenziale di Como: la beffa è servita. Se il 2015 è stato l’anno della battaglia persa sul pedaggio, il 2016 – in attesa dell’incontro sul tema al ministero – è iniziato perfino peggio, con un ulteriore aumento per gli automobilisti che percorrono l’infrastruttura. Si passa da 62 a 63 centesimi per poco più di due chilometri. E ancora una volta l’opera, che resta sottoutilizzata e incompleta, finisce al centro della battaglia politica. “A tutti quelli che protestano (giustamente) contro l’aumento del pedaggio – ha detto in queste ore il governatore lombardo Roberto Maroni – consiglio caldamente di rivolgersi al Governo Renzi e al suo partito, che un mese fa hanno bocciato il nostro emendamento che rendeva gratuite le tangenziali e la Pedemontana”. Chissà se il consiglio verrà seguito dalla delegazione comasca che il prossimo 22 gennaio sarà a Roma per partecipare all’atteso incontro cono il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Vertice che avrà al centro dell’attenzione la tangenziale di Como e le tante questioni in sospeso, dal pedaggio al secondo lotto. Alla lista, ora, si aggiunge il rincaro in vigore da ieri, visto l’aumento dell’1% su tutta la rete Pedemontana, mentre per Autostrade per l’Italia il rincaro è dell’1,09%. Un “razzismo autostradale” secondo il parlamentare comasco del Carroccio Nicola Molteni, secondo il quale a pagare è sempre il Nord e che annuncia un’interrogazione sul tema.
“Il problema non è il centesimo in più, ma che si debba pagare un pedaggio per andare da Villa Guardia ad Albate mentre resta il rischio che i conti non tornino, con nuove ricadute sulle tasche di tutti” commenta Alberto Gaffuri, sindaco di Albese con Cassano e promotore del comitato di sindaci in prima linea, in questi mesi, contro il pagamento della tangenziale di Como. “Non è questo il momento delle querelle politiche, dobbiamo lavorare per trovare una soluzione” dice ancora Gaffuri che il prossimo 22 gennaio sarà a Roma, assieme al sindaco di Como Mario Lucini e al presidente della provincia Maria Rita Livio e che invita la Regione a partecipare al confronto, che potrebbe essere l’ultima chance per il territorio e per il futuro dell’opera. Il rischio infatti, secondo quanti hanno lottato finora contro il pedaggio, è che con una tangenziale incompleta e sottoutilizzata i conti non tornino e il piano finanziario ipotizzato non vada a buon fine. A quel punto a pagare potrebbero essere ancora i cittadini. E non sarebbe soltanto un centesimo.