Punto unico di cottura, il progetto non s’ha da fare – almeno per il momento – e resta congelato per un altro anno. I conti non tornano, anzi, sono quasi raddoppiati e bisognerà capire come procedere. A dare l’annuncio, oggi, il sindaco Mario Lucini. Al centro dell’attenzione la creazione di un punto unico di cottura per le mense scolastiche nella scuola di via Isonzo a Prestino. Progetto che avrebbe comportato il trasferimento degli alunni della scuola elementare nel plesso di via Picchi – che oggi ospita soltanto le medie – e che nelle ultime settimane aveva generato discussioni, incontri e manifestazioni dei genitori. Quel che è certo, da qualche ora, è che la rivoluzione non partirà dal prossimo anno scolastico, con le due scuole che continueranno a restare in funzione, mentre il Comune valuterà il da farsi.
Il problema è strettamente economico. L’amministrazione aveva infatti messo a bilancio 700 mila euro, secondo una stima degli uffici, per la sistemazione di via Isonzo in ottica centro unico di cottura, ma la spesa – secondo il progetto definitivo praticamente completato attraverso un incarico esterno – è ben più alta: circa 1,2 milioni di euro, quasi il doppio. 500 mila euro in più che il Comune non ha. A Palazzo Cernezzi non resta che riguardare le carte per capire se è possibile rivedere la cifra, se c’è modo di reperire le risorse e se è possibile considerare ipotesi alternative, anche se gli altri immobili comunali sono già stati esclusi. Nel frattempo, come detto, a gennaio verranno aperte normalmente le iscrizioni nelle due scuole (via Isonzo e via Picchi) anche se il sindaco ribadisce la necessità di valutare la situazione con due scuole vicine e sottoutilizzate. “Non eravamo certi di arrivare in tempo ma avevamo il dovere di provarci” spiega il sindaco, che resta convinto dell’importanza di trovare un’alternativa rispetto all’attuale gestione del servizio. Il sindaco esclude l’ipotesi di esternalizzazione dell’intera ristorazione scolastica ma il personale assunto a tempo indeterminato non basta per coprire tutto il fabbisogno e il Comune dovrà capire come procedere con il personale a tempo determinato, che sarà impiegato per tutto l’anno scolastico.