Emergenza smog: a Milano oggi le automobili si sono fermate dalle 10 alle 16, regalando immagini singolari di una metropoli che, soffocata dall’inquinamento, ha deciso di fermare il traffico per tre giorni.
Una scelta condivisa da altre città dell’hinterland, ma criticata da Como: l’assessore all’Ambiente, Bruno Magatti, giovedì aveva definito il provvedimento del sindaco Pisapia una misura <tardiva e inutile>.
Niente blocco auto a Como, nonostante le pressioni degli ambientalisti. Il circolo comasco di Legambiente ora chiede bus gratuiti e divieto di fuochi d’artificio per la notte di Capodanno. <Caduto nel vuoto il nostro appello per un blocco totale o parziale del traffico, negato dall’amministrazione con motivazioni a nostro giudizio inadeguate – scrivono oggi gli ambientalisti lariani – chiediamo ora che sindaco di Como si adoperi almeno per ribadire l’invito a non usare l’automobile, che intervenga con iniziative urgenti di incentivazioni dei mezzi pubblici (ad esempio, proponendoli ad uso gratuito fino a fine dell’emergenza) e che emetta una ordinanza affinché non si usino camini e stufe a legna e si evitino i fuochi d’artificio del 31 dicembre>.
Al di là del dibattito, tra chi ritiene fondamentale fermare il traffico e chi, invece, nutre dubbi sull’efficacia dello stop alle auto, l’emergenza smog a Como è ben descritta due numeri. Che, in quanto tali, non sono soggetti a interpretazioni.
Il primo è 72. Settantadue microgrammi di polveri sottili per ogni metro cubo d’aria, rilevati ieri dalla centralina di viale Cattaneo a Como. Ventidue microgrammi sopra il livello di guardia.
Il secondo è 62: dall’inizio del 2015, Como ha superato per 62 giorni il valore limite di polveri sottili, quando una direttiva europea vieta alle città di superare questo valore per più di 35 giorni all’anno. In altre parole: Como è fuorilegge.