Italia e Svizzera vanno verso un’intesa sulla tassazione dei frontalieri. Un documento che andrà a sostituire l’accordo del 1974. I due Paesi, scrive oggi il Ministero dell’Economia e delle Finanze, hanno “parafato” l’accordo: termine burocratico per indicare la sigla del documento da parte di tecnici e negoziatori di Svizzera e Italia.
Ma il nuovo regime di imposizione – che prevede che i frontalieri paghino il 70% delle tasse in Svizzera e il restante 30% in Italia – è lungi dall’essere in vigore.
Manca, infatti, il passaggio più delicato: la ratifica dei rispettivi governi e, soprattutto, dei parlamenti.
Un processo che potrebbe arenarsi di fronte alle richieste dell’Italia. Nelle dichiarazioni unilaterali, Roma vuole subordinare la firma e la ratifica dell’accordo – testualmente – <all’assenza di ogni forma di discriminazione>.
<I frontalieri devono ancora presentare il casellario giudiziario – spiega Carlo Maderna, responsabile dei frontalieri per la Cisl dei Laghi – e, soprattutto, hanno un’imposizione che si basa su un moltiplicatore comunale alzato al 100%, contro una media del 70% per i residenti. Sono condizioni – continua il sindacalista – che creano una evidente situazione di discriminazione, e non credo che i partiti politici più ostili verso i frontalieri facciano facilmente un passo indietro>.
Anche senza ostacoli di natura politica – ipotesi, secondo il sindacalista Cisl, poco probabile – la procedura di approvazione da parte di entrambi gli Stati durerebbe almeno due anni. <La sigla di oggi è un passo in avanti – conclude Maderna – ma è un piccolo passo, e non certo l’ultimo. La strada è ancora lunga>.
Nelle dichiarazioni unilaterali, Roma ha subordinato la firma dell’accordo non solo all’eliminazione da parte della Svizzera di ogni forma di discriminazione, ma ha anche <all’individuazione di una soluzione “euro-compatibile” nell’adeguare la legislazione svizzera al risultato del voto popolare sull’iniziativa del 9 febbraio 2014>.
Il 9 febbraio dell’anno scorso gli svizzeri approvarono – a stretta maggioranza confederale, a larga maggioranza in Canton Ticino – un’iniziativa che proponeva di fissare per il futuro un tetto all’immigrazione.