Scontro frontale tra due deputati comaschi: Mauro Guerra, Partito Democratico, contro Nicola Molteni, Lega Nord.
Il primo affondo è targato Pd. Guerra, ieri, ha inviato alla stampa un comunicato per annunciare l’approvazione di un suo emendamento che rendeva permanente il meccanismo di finanziamento della carta sconto benzina.
All’interno della nota stampa, un duro attacco a Molteni: il provvedimento era stato approvato, scriveva Guerra, mentre <la Lega Nord ha ampiamente dato prova di sé in questi giorni con inutili e sterili polemiche>. E ancora: <lasciamo con piacere l’inutile propaganda all’onorevole Molteni che in tanti anni di Governo a trazione leghista non è mai riuscito a concretizzare questo obiettivo>. Pronta la reazione di Molteni, che ieri rispondeva: <Le dichiarazioni di Guerra non rispondono al vero, la Lega ha presentato un emendamento identico a quello del Pd firmato dal sottoscritto e da altri colleghi. Entrambi gli emendamenti sono stati accolti. Non vorrei che questa – aggiungeva ieri Molteni – fosse una dichiarazione in malafede, a causa della recente vicenda del pedaggio della Tangenziale, che ha visto Guerra votar contro la gratuità e contro il suo territorio>.
Match finito? Tutt’altro. Oggi il secondo round, con Guerra che controreplica a Molteni e rispedisce al mittente le accuse di malafede. <Prima di dare del bugiardo ad altri bisognerebbe conoscere le cose – scrive il deputato del Pd – L’emendamento della Lega non era uguale al mio, in quanto si riferiva allo sconto carburanti relativo alla sola fascia di confine con l’Austria. Successivamente, gli emendamenti mio, che riguardava la Svizzera, e della Lega sono stati riformulati dai relatori in un unico emendamento. Non annoierei nessuno con questa cronaca di fatti e tecnica parlamentare se non fossi costretto dall’accusa di bugie e malafede da parte dell’onorevole Molteni>.
Molteni che, conclude Guerra, <non era presente quando si sono discussi e votati gli emendamenti, non sa cosa sia successo, ma si premura di dare del bugiardo in malafede a me>.