Dopo il Politecnico, anche il Fai – Fondo Ambiente Italiano – boccia la variante della Tremezzina.
Il fronte del no si allarga: pochi giorni fa, il parere – pesante come un macigno – del docente universitario Stefano Della Torre, direttore del Dipartimento di Architettura Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano, secondo il quale <il progetto al momento risulta non rispettare tutti i requisiti e aver bisogno di significativi approfondimenti>.
Ora si aggiunge la bocciatura del Fondo Ambiente Italiano, che invia al presidente del consiglio, ai ministri interessati e ai parlamentari lariani un documento a firma del presidente Andrea Carandini. Una lettera di solidarietà all’architetto Valentina Minosi, il dirigente della Soprintendenza che per primo aveva bocciato l’opera, a causa dell’impatto ambientale nella parte scoperta. Un giudizio che aveva scatenato discussioni e polemiche: il destino dell’opera è ancora in bilico, e solamente il governo potrà decidere di bypassare il parere negativo della Soprintendenza.
Nella lettera, il Fai ribadisce pieno sostegno all’architetto Minosi e chiede a Renzi e al governo di non approvare il progetto in sede di consiglio dei ministri.
Allegato al documento, vi è poi un approfondimento nel quale il Fondo Ambiente Italiano elenca una serie di carenze. A partire dalla progettazione, che – secondo il Fai – presenta un livello di dettaglio complessivo non adeguato ad un progetto definitivo, lasciando la ricerca di soluzioni diverse in sede di progetto esecutivo da appaltarsi insieme alle opere. Le opere di mitigazione paiono solo abbozzate, soprattutto laddove l’importanza del paesaggio comasco raggiunge il suo apice con il Sacro Monte di Ossuccio>.
E ancora: <Il progetto prevede nei suoi tratti di tracciato stradale a cielo aperto l’inserimento di barriere paramassi ed ecodotti, strutture fuori terra di considerevoli dimensioni, muri di sostegno alti oltre 10 metri, pareti rocciose tagliate e sagomate in sistemi a gradoni alti fino a 30 metri: impatti significativi non risolti>. Ma non è tutto, perché il Fondo Ambiente Italiano esprime perplessità anche sulle risorse economiche. <Risulta poco chiara – si legge nel documento – l’effettiva disponibilità delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione della strada, risorse che già in fase progettuale appaiono in ogni caso sottostimate rispetto alla complessità tecnica dell’opera>.