Il Parlamento ticinese approva la tassa di collegamento: un balzello sui parcheggi che rischia di ricadere sui frontalieri italiani e comaschi.
Lega, PLR, PS e Verdi hanno varato una misura, in prova per tre anni, che obbliga i centri commerciali e le aziende con almeno 50 posteggi a versare una cifra giornaliera per ogni stallo.
Per i posteggi destinati al personale, le imprese pagheranno da un minimo di 1 franco a un massimo di 3,5 franchi al giorno per ogni parcheggio. Per i posteggi destinati ai clienti o visitatori si pagheranno da 1 a 3 franchi al giorno per ogni parcheggio.
Con questa manovra, il Ticino spera di poter incentivare la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico, e al tempo stesso il Cantone di lingua italiana incasserà un tesoretto: 18 milioni di franchi.
Mentre al di là del confine si profilano già ipotesi di referendum, in Italia si immaginano eventuali ripercussioni sui frontalieri.
Perché quei 18 milioni di euro potrebbero essere versati, in buona parte, dai comaschi e dagli italiani che lavorano in Svizzera, chiamati in futuro a pagarsi il posteggio persino dentro il recinto aziendale, poiché difficilmente le imprese potranno farsi carico dell’intera tassa di collegamento.