Dopo dieci giorni di superamento della soglia di allarme, sabato e domenica le polveri sottili (Pm10) a Como erano tornate sotto il livello di guardia (50 microgrammi al metro cubo).
Se anche ieri le centraline avessero registrato una concentrazione uguale o inferiore a 50, il Comune di Como avrebbe ritirato le misure antismog introdotte venerdì scorso per tamponare la situazione di emergenza.
E invece, i dati diffusi oggi dall’Arpa, dicono che ieri le polveri sottili nell’aria comasca non sono solamente aumentate, ma sono letteralmente schizzate alle stelle: dai 48 microgrammi al metro cubo di domenica, ai 105 di ieri. Più del doppio rispetto al valore limite di 50 microgrammi. Evidentemente, uffici e scuole chiuse durante il weekend avevano fatto abbassare le polveri, ma lunedì – con la riattivazione dei riscaldamenti e il traffico in aumento – l’aria è tornata ad essere irrespirabile.
Ciò significa l’emergenza aria continua, e che le misure antismog non vengono ritirate. Resta in vigore a Como il divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 3 dalle 8.30 alle 18 (per i privati) e dalle 7.30 alle 9.30 (per i veicoli commerciali), l’abbassamento dei riscaldamenti di un grado (da 20 a 19) e la riduzione di due ore (da 14 a 12 ore) della durata giornaliera di attivazione degli impianti.
Polveri oltre i livelli di guardia anche a Cantù (96 microgrammi al metro cubo), e a Erba (71 microgrammi al metro cubo). Per controllare tramite il sito di Arpa Lombardia le concentrazioni di inquinanti in tutte le stazioni regionali, è possibile cliccare su questo link.