Con armi, tute mimetiche, trucchi e maschere da zombie erano alla ricerca di luoghi “scenograficamente” adatti per farsi scattare foto da postare sui social network. Volevano farsi immortalare nei panni dei protagonisti del loro videogioco preferito, ma l’avventura si è conclusa con una denuncia.
Singolare episodio ieri pomeriggio a Como in via Oldelli, in prossimità di un edificio abbandonato e della linea di confine. Una pattuglia della Polizia di Frontiera ha notato due auto in sosta con accanto tre uomini che sembravano nervosi alla vista degli agenti. Agenti che durante i controlli hanno scoperto in una delle vetture, una Mercedes targata Ticino, abbigliamento militare e – dopo un’ispezione più accurata – un baule con due coltelli a lama seghettata lunga 18 cm, tre proiettili e una carabina Mosin-Nagant risalente alla prima guerra mondiale. Gli altri due uomini avevano con loro, invece, apparecchiatura fotografica e varie tute mimetiche, trucchi, corpetti e maschere da zombie.
Secondo quanto spiegato ai poliziotti la carabina e i proiettili erano inoffensivi. I tre hanno chiarito di trovarsi lì perchè stavano cercando la location adatta per farsi fotografare nei panni dei personaggi del loro videogame preferito, nel quale i paramilitari vanno a caccia di zombie. Istantanee da pubblicare poi sui social network.
Il proprietario della Mercedes, un informatico di 40 anni cittadino italiano ma residente vicino a Lugano, è stato denunciato per porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere ed armi da guerra e sequestrando il tutto. Sono in corso accertamenti per verificare l’effettiva inoffensività dei proiettili e della carabina, per la quale tra l’altro non aveva alcuna autorizzazione all’importazione dalla Svizzera. Nessun provvedimento invece a carico degli altri due uomini, entrambi informatici di 36 e 46 anni residenti a Como.