Una rassicurazione: non ci sarà il caos. Ma anche un’ammissione: abbiamo risolto oltre l’80% dei problemi organizzativi legati ai nuovi orari dei medici, ma restano alcune criticità e inevitabilmente ci saranno alcune riduzioni e riorganizzazioni. Il direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna Marco Onofri e il direttore sanitario Giuseppe Brazzoli rispondono insieme ai timori sollevati nei giorni scorsi dai rappresentanti di medici e infermieri su un possibile caos negli ospedali a partire da domani, quando entrerà in vigore un nuovo orario del personale. Il cambiamento, obbligatorio per adeguarsi a una direttiva europea, impone tra le altre cose un riposo di almeno 11 ore tra un turno di lavoro e l’altro e un tetto massimo di ore di servizio settimanali.
“Alla legge dobbiamo obbedire, senza alcuna deroga – sottolinea Onofri – Da mesi stiamo studiando le possibili soluzioni applicative per adeguarci alla direttiva europea. Purtroppo, pur avendo risolto la gran parte delle problematiche, rimangono delle criticità. In alcuni casi dovremo necessariamente rivedere gli assetti organizzativi”.
Il rischio maggiore riguarda la possibilità di ridurre alcuni servizi, attualmente attivi 24 ore su 24 limitandoli all’orario diurno. “Siamo andati a identificare le attività che potevano essere tagliate senza creare disagi – dice Brazzoli – Ad esempio, è stata soppressa la guardia chirurgica a Cantù, che era funzionale al punto nascita che non c’è più e ora poteva essere eliminata, destinando così ad altro due medici”. “Ci sono situazioni che purtroppo non possono che prevedere piccole riduzioni di attività – continua il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera – Stiamo finendo di mettere a punto il piano complessivo. Alcune attività che facevamo sulle 24 ore dovremo riorganizzarle o ridurle sulle 12 ore. Valuteremo in alcuni casi la reperibilità condivisa con il Valduce, alla quale stavamo già lavorando. Infine, le diverse unità operative dovranno collaborare. Gli specialisti lavoreranno dove non possono essere che loro ad intervenire mentre l’attività di copertura sarà gestita da altri. Alcune criticità potrebbero esserci sugli anestesisti, ma dovremmo avere la possibilità di nuove assunzioni”.