Le prime notizie che circolavano sugli smartphone, le ore di caos, la città spettrale stamattina al risveglio.
La strage francese vissuta dai racconti di due comaschi che vivono a Parigi. Barbara Cugnasca, 33 anni, ieri sera era dai amici. Quando si è accorta di quanto stava accadendo, ha cercato di rientrare a casa, ma non è stato facile. La città era bloccata.
Andrea Amadeo, 32 anni, comasco di Cermenate che vive a Parigi, ieri sera era a casa con la famiglia, e ha seguito in televisione quanto stava accadendo. Stamattina, al risveglio, ha trovato una città fantasma.
Barbara è mia figlia. L’11 settembre 2001 era in volo per New York: dirottata in Canada e per 48 ore non ha più dato sue notizie. Uno spavento indescrivibile. E un’ansia tremenda. Non lo auguro a nessuno.
Ora a Parigi: mi ha fatto penare però solo per 20 minuti. Il tempo che un amico riuscisse a raggiungere la casa dove era ospitata per cena. Perché lei, ignara di tutto, aveva lasciato il telefono nel cappotto.
Quando l’ha preso lo ha trovato sciolto dalle telefonate, credo!!!
Avevo la televisione accesa e da twitter mi arrivavano quei filmati amatoriali con spari e scene di disastro a noi ora ben noti. Quando Barbara mi ha detto che aveva preso un taxi… Sono stata in ansia per tutto il tragitto. Mossa azzardatissima. Pericolosissimo. Stavano ancora sparando…
Poi mi ha scritto: Sono a casa. Mai parole sono state più dolci. Fiuhhhhh… E un’altra è andata.
E oggi (è lunedì) ha preso la METROPOLITANA ed è andata a scuola (frequenta Osteopatia a Parigi). Le hanno detto che all’entrata non fanno entrare nessuno se non munito del tesserino elettronico di iscrizione, ecc… E poi è una scuola piccolina. Forse non di interesse al terrore.
Combattiamo questo nonsense anche così. Continuando a vivere. Ma che disastro però…
Ho letto in un twitt: “Vedere sul marciapiede corpi inanimi, ti cambia la vita”.
Sì e forse anche solo leggerlo…
RIP