Comunità montane con i giorni contati. E se in Piemonte, solo pochi giorni fa, ne sono state chiuse tre, in provincia di Como la realtà non è certamente migliore. Nessuna liquidazione dei tre enti lariani all’orizzonte, ma una situazione che salvo interventi immediati non potrà che condurre allo stesso, esito finale. Mancano infatti le risorse necessarie a farle funzionare. «La nostra è una lenta agonia – conferma Mauro Robba, presidente della Comunità montana delle Valli del Lario e del Ceresio – Da quando, ormai diversi anni fa, sono stati bloccati i contributi statali alle comunità montane, la nostra condizione è inevitabilmente peggiorata. Possiamo infatti solo contare, fortunatamente, su degli stanziamenti regionali che comunque si sono assottigliati». «Nel nostro caso, ad esempio, ricevevamo 930mila euro per il mantenimento della struttura. Cifra che ad oggi si è passata a poco più di 400mila – spiega ancora Robba – Così diventa sempre più difficile garantire i servizi di nostra competenza e la cura del territorio». Non aiuta poi la situazione di caos totale nel mondo degli enti locali, con le province prima depotenziate e sempre in attesa di conoscere il destino finale hanno offuscato anche il futuro delle comunità montane. Le altre due realtà territoriali sono infine la comunità montana del Lario intelvese e quella del Triangolo lariano. «Siamo a tutti gli effetti dei “mantenuti” da Regione Lombardia dalla quale abbiamo quanto basta per le spese correnti poi dobbiamo arrangiarci – è il primo commento di Patrizia Mazza, presidente della comunità montana del Triangolo lariano –Noi fortunatamente possiamo contare su 700mila euro che ci arrivano per i frontalieri. Ma la realtà è critica». A breve intanto ci sarà una riunione «tra le comunità per decidere come muoverci e per andare a chiedere, in maniera compatta, maggiori risorse alla stessa regione» aggiunge. Va ricordato infine come lo stanziamento annuale del Pirellone per tutte le comunità montane lombarde (sono 23 e raccolgono 544 comuni per una superficie di 10.360 chilometri quadrati) è di circa 9 milioni euro. «Somma che viene ripartita in base alla grandezza dei rispettivi territorio», conclude Patrizia Mazza.