Nuovo incontro, oggi a Milano, sul futuro della Variante della Tremezzina. I tecnici del Pirellone stanno passando al setaccio l’opera: il tavolo per la valutazione di impatto ambientale non si riunirà più, ed entro fine mese la commissione paesaggio dovrà promuovere o bocciare il progetto. La variante è lunga quasi dieci chilometri – sette dei quali in galleria – tra Argegno e Griante, e serve a sgravare le quattro strettoie del centrolago (Colonno, Sala Comacina, Ossuccio e Lenno) dal traffico di transito. Il progetto definitivo è stato concluso.
La parte scoperta, tre chilometri, ha incassato la bocciatura della Soprintendenza regionale: un parere che potrà essere scavalcato solamente dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini o da una risoluzione del consiglio dei ministri.
Se, tuttavia, entro fine mese anche la commissione paesaggio di Regione Lombardia dovesse esprimere un giudizio negativo, il progetto della variante – opera che il territorio attende da decenni – finirebbe nel cassetto.
<Continuo a essere ottimista sull’esito della valutazione della commissione regionale – commenta Alessandro Fermi, consigliere regionale comasco e sottosegretario – dopodiché, spetterà al ministro o al consiglio dei ministri scavalcare la bocciatura della Soprintendenza. Detto questo – aggiunge Fermi – ritengo assurdo che un parere, uno solo, espresso da un funzionario, pur qualificato e competente, possa rischiare di bloccare o affossare un’opera pubblica di tale importanza>.
Il consigliere di Forza Italia non ha invece dubbi sui finanziamenti. L’opera costa 330 milioni, il governo ne ha stanziato 210, la differenza spetta alla Regione. <Maroni – conclude Fermi – si è impegnato a finanziare la differenza del costo effettivo al netto del ribasso>