Se la realizzazione della Variante della Tremezzina era una strada in salita, ora diventa un vero e proprio percorso a ostacoli. L’ultima parola sull’opera spetterà al consiglio dei ministri o al ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini.
Il parere negativo della Soprintendenza nella valutazione di impatto ambientale ha complicato enormemente l’iter. Il comasco Alessandro Fermi, consigliere regionale e sottosegretario, spiega perché. <Entro il 30 settembre si deve chiudere la valutazione di impatto ambientale regionale – dice Fermi – all’interno della quale vi sarà anche il parere sull’opera dei tecnici della commissione paesaggistica regionale, che ci auguriamo tutti sia positivo>.
Se anche la commissione regionale bocciasse la variante, il destino dell’opera sarebbe segnato.
Diversamente, se i tecnici di Regione Lombardia – nonostante il parere negativo della Sovrintendenza – approvassero la variante, si aprirebbero due possibilità. <La prima strada, ordinaria, è un provvedimento del consiglio dei ministri. Un atto inappellabile. La seconda strada – spiega ancora Fermi – è un intervento diretto del ministro Franceschini, che potrebbe rivedere la posizione della Soprintendenza>. Secondo Fermi questa seconda strada sarebbe preferibile, poiché più rapida. I tempi infatti sono strettissimi. Dalla chiusura della conferenza dei servizi, prevista massimo per il 10 ottobre, Anas ha 20 giorni di tempi per pubblicare la gara d’appalto. Il decreto Sblocca Italia, grazie al quale sono stati stanziati 220 milioni di euro sui 330 necessari per realizzare la variante, prevede che l’opera venga appaltata entro la fine di ottobre.
In altre parole, oltre a essere un percorso a ostacoli, l’iter per la variante della Tremezzina diventa anche una corsa contro il tempo. <Mi auguro proprio – conclude Fermi – che il parere della Sovrintendenza non blocchi un’opera che il territorio aspetta da decenni>.