Seta comasca, male le esportazioni verso la Russia. Tiene solo la cravatta.
In un contesto di sempre maggiore difficoltà dei mercati internazionali, il 2015, per il prodotto serico, è caratterizzato da una brusca frenata.
Sin dall’inizio dell’anno – secondo i dati raccolti da Unindustria Como – si è verificato un crollo dell’export verso la Russia (mediamente il 35% in meno rispetto al 2014), l’Unione Europea stenta sempre a ripartire ed il buon andamento degli Stati Uniti non è stato ancora in grado di compensare il generale rallentamento degli altri paesi.
In questi termini dunque si spiega la diminuzione del valore della produzione del settore, che per la prima metà dell’anno viene stimato attorno al 4-5%.
Il dato complessivo – chiariscono da via Raimondi – è frutto di dinamiche differenti tra le singole aziende, in base alla tipologia del prodotto, della fascia del mercato e della concorrenza.
Il tessuto per abbigliamento femminile globalmente ha perso terreno. L’accessorio tessile (foulards, scialli, stole, sciarpe, bandane), dopo anni di crescita, ha sofferto il rallentamento dei mercati esteri, verso i quali dirige l’80% delle proprie vendite. Soltanto la cravatteria ha manifestato un andamento in linea con i risultati dello stesso periodo del 2014.
Se le esportazioni impensieriscono le aziende, non preoccupano invece al momento – sul fronte degli approvvigionamenti dei filati di base e dei tessuti greggi – le turbolenze del mercato finanziario cinese nonché il deprezzamento della valuta.
“Il tessuto comasco, è sempre guardato con interesse dalla clientela – ha spiegato Claudio Taiana, presidente del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria – ma le incertezze provengono dall’incognita politica che incide sulla stasi della Russia, sul rallentamento del Medio Oriente e della nostra Europa. Le prossime fiere – conclude – forniranno ulteriori indicazioni per le prospettive del settore”.