Chiusura di alcuni posti letto di degenza e day surgery fino a fine anno, gestione ferrea di quelli a disposizione per i sub acuti, riduzione degli interventi di cataratta. Sono le principali disposizioni definite dall’ospedale Valduce di Como. La direzione sanitaria in seguito alla periodica riunione con i vertici dell’Asl sul monitoraggio delle prestazioni erogate ha dovuto correre ai ripari, ricalibrando e rimodulando il carico di lavoro. Dall’incontro è, infatti, emerso un incremento dell’attività e della produttività rispetto ai budget riconosciuti sia in ambito di degenza che ambulatoriale.
Pertanto con decorrenza immediata insieme con l’apparato amministrativo, e previo accordo con la procuratrice speciale Mariella Enoc, è stata decisa: la chiusura dei 12 posti letto di degenza al 5 piano A e quella dei 14 posti letto del day surgery al 2 piano A fino al 31.12.2015; l’assoluto rispetto dei criteri stabiliti nell’utilizzo dei letti per Sub Acuti al 5 piano B che dovranno essere destinati esclusivamente a pazienti sub acuti salvo gravi e motivate situazioni che comunque dovranno essere autorizzate.
È stata inoltre stabilita l’effettuazione di sole prestazioni di urgenza per quanto riguarda l’attività di emodinamica; e la riduzione a 150 interventi di cataratta al mese fino a fine anno.
I Capi Dipartimento sono stati sollecitati a formulare e presentare alla Direzione Sanitaria nel più breve tempo possibile proposte di pacchetti tariffari per prestazioni sostitutive del sistema sanitario nazionale nell’ambito del progetto “Privato Sociale”.
In tutta questa riorganizzazione, i vertici di via Dante rassicurano i pazienti e ribadiscono la priorità alle prestazioni urgenti ed oncoematologiche, tanto che la direziona sanitaria richiama tutti i professionisti alla massima disponibilità e attenzione nei confronti delle esigenze del Pronto Soccorso.
È una vergogna, rifarsi sempre e unicamente sui più deboli, e questa volta sulla sofferenza e sul dolore di ammalati e anziani, colpendo la dignità della creatura umana, perché i più biechi interessi economici ormai ci hanno tolto la capacità di vederci riflessi nell’umanità dell’altro che soffre.