
«Un commissario straordinario per concludere il cantiere delle paratie». Secondo Luca Guffanti, presidente dell’Ance di Como (associazione costruttori edili) per uscire dalle sabbie mobili in cui sono precipitati i lavori del lungolago dopo i rilievi critici sollevati dall’Anac (l’Autorità Nazionale Anticorruzione) sarebbe necessario un intervento straordinario.
La proposta è stata lanciata dalle pagine del Corriere di Como dalle quali il numero 1 degli edili punta il dito in primis contro la burocrazia.
«La situazione del lungolago è la dimostrazione palese di come il sistema burocratico-amministrativo italiano sia inadatto e inadeguato» ha detto Guffanti sottolineando come a pagare il prezzo più alto sia la città.
«Da addetto ai lavori capisco perfettamente le difficoltà burocratiche con cui spesso ci si deve scontrare. Detto questo, però, trovo inspiegabile che un Paese che si dichiara evoluto come l’Italia – aggiunge -impieghi anni e anni per completare un’opera pubblica, tra l’altro con un’esplosione dei costi tutt’altro che indifferente».
Su quali vie percorrere per riuscire a far ripartire i lavori, Guffanti sembra avere le idee chiare.
«Io credo che un sindaco non abbia nemmeno gli strumenti per far sì che i lavori possano concludersi in tempi rapidi – afferma ancora il presidente dell’Ance di Como – Ci vorrebbe un commissario straordinario, nominato dal governo, con i poteri necessari per concludere i lavori. Parallelamente – conclude – dovranno essere accertate e perseguite le eventuali responsabilità dei singoli».
Montalbano o Maigret?
Un commissario straordinario nominato dal governo viene invocato da chi si scaglia contro la burocrazia italiana? Il commissario forse lo sarà; il controsenso straordinario lo è di sicuro. Continuiamo a farci del male, mentre i responsabili dello scempio della nostra città dormono sonni tranquilli.