Prima la riunione in Prefettura, poi il sopralluogo sul campo – nel vero senso della parola – con forze dell’ordine, rappresentanti delle istituzioni, tecnici e dirigenti del Calcio Como. Proseguono a ritmo serrato gli incontri della commissione provinciale di vigilanza chiamata a valutare il progetto per l’adeguamento dello stadio Sinigaglia alla Serie B. Oggi ancora una fumata grigia. Settimana prossima ci sarà un altro incontro, che dovrebbe essere preceduto dalla conferenza dei servizi convocata dal Comune con la Soprintendenza. “Stiamo lavorando a ritmi serrati, con grande collaborazione da parte di tutti per verificare ogni aspetto – spiega il prefetto di Como Bruno Corda – l’obiettivo è garantire l’operatività dello stadio nel più breve tempo possibile, ovviamente nel rispetto delle norme di sicurezza”. La volontà di far partire i lavori al più presto, per consentire al Como di giocare nel suo stadio e non a Novara, è fuori discussione. Restano le pesanti criticità legate da una parte all’ubicazione del Sinigaglia in pieno centro, accanto a lago e abitazioni, e dall’altra all’anzianità della struttura che rende impossibile il rispetto dei requisiti più recenti. Oggi dunque nuovo incontro sul futuro dello stadio, con sopralluogo progetti alla mano, per analizzare sul posto gli aspetti più complessi da risolvere, come la questione tornelli o la gestione delle aree di prefiltraggio, che – alla luce della particolare collocazione della struttura – saranno mobili e non fisse. “Un incontro fattivo, anche se non conclusivo – aggiunge il prefetto Corda – il sopralluogo ci ha permesso di capire quali soluzioni adottare per rispettare alcuni requisiti di sicurezza”. Al centro dell’attenzione questa mattina aspetti come le vie di uscita o il posizionamento dei mezzi della tifoseria ospite, ma soprattutto le modalità organizzative utili ad evitare l’incontro tra supporters.