Un capolavoro del XVI secolo della Scuola del Perugino recuperato a Villa Carlotta. Un sistema che coniuga poesia e tecnologia consentirà anche ai non vedenti di esplorare la tavola pittorica. Mentre per i più piccoli, il restauro diventa un gioco col tablet.
E se l’olfatto di essenze e profumi rigorosamente del cinquecento diventasse, prima ancora della vista, il “senso” principale per comprendere meglio un’opera d’arte del XVI secolo? E’ quanto succederà da domani fino all’8 novembre a Villa Carlotta – museo e giardino botanico sul Lago di Como – che trasforma la visita al quadro “Madonna con Bambino e San Giovannino”, ritrovato nelle proprie collezioni e attribuito alla Scuola del Perugino del XVI secolo, in una vera e propria esperienza sensoriale.
Per la prima volta infatti, al percorso espositivo tradizionale si unisce anche quello “sensoriale”. Un iter che si sviluppa in tre tappe olfattive che realizzano un tragitto ideale per ammirare la famosa tavola non soltanto da un punto di vista visivo, ma anche olfattivo.
Caterina Roncati, fragrance designer del Profumificio del Castello di Genova, ha dato vita alle tre stazioni del “sentiero sensoriale” che conducono alla tavola cinquecentesca. Un “percorso olfattivo” fatto di antiche essenze. Quelle in voga nel Rinascimento, oggi alcune ormai in disuso ma recuperate grazie a una ricca ricerca.
Tre tappe, nitidamente riconoscibili anche dal naso meno esperto, che confluiscono in un unico profumo, quello che omaggia la Madonna con Bambino e che creano un percorso sensoriale grazie a un’ampolla che le custodisce in prossimità del quadro. Tre tappe che corrispondono alle note di testa, di cuore e di fondo dell’essenza realizzata.
L’esposizione non si focalizza solo sul lato sensoriale ma mixa il tutto con la tecnologia. Infatti a compendio dell’antica tavola esposta saranno messi a disposizione del pubblico dei tablet che permetteranno di “esplorare” virtualmente il dipinto mentre i più piccoli potranno interagire con il quadro eseguendo un restauro virtuale, passando il dito sull’immagine riprodotta e pulendo la zona toccata. L’allestimento sarà inoltre arricchito da una riproduzione 3D dell’opera che permetterà anche alle persone non vendenti di apprezzarne la bellezza.
Ma Villa Carlotta non è solo protagonista della creazione di questo eterogeneo percorso espositivo ma anche deus ex machina della complessa operazione di recupero della tavola, a lungo stimata come una copia di fine Ottocento della Scuola del Perugino, oggi invece accertato essere del XVI secolo. Datazione confermata grazie al lavoro sinergico di Paolo Aquilini – restauratore interno della dimora tremezzina –, dello studio milanese di Barbara Ferriani e alla successiva analisi dei pigmenti color blu del quadro realizzata dal Laboratorio di Ricerca di Chimica Analitica dell’Università degli Studi dell’Insurbia.