Non venne sferrato alcun pugno contro l’agente della polizia cantonale ticinese, il quale, quindi, cadde dopo aver perso l’equilibrio, battendo la testa al suolo e rimanendo in gravi condizioni. All’uomo con cui lo svizzero stava litigando, un 35enne residente a Como, non sono imputabili la caduta e le gravi conseguenze successive all’impatto.
Il giudice monocratico di Como ha infatti assolto oggi pomeriggio l’imputato dalle accuse che prima erano di lesioni e che poi erano già state derubricate in eccesso colposo di legittima difesa. «Il fatto non costituisce reato», ha concluso il giudice. L’accusa aveva chiesto una condanna a 7 mesi. I testimoni che nelle precedenti udienze erano sfilati in aula, avevano ricordato la colluttazione, ma non un pugno sferrato dall’italiano verso il poliziotto della cantonale. L’imputato aveva anche smentito di aver assestato uno spintone, dicendo di aver messo solamente le mani in avanti per difendersi. Un gesto che fece perdere l’equilibrio al 64enne elvetico che cadde picchiando il capo. Ma in quel gesto non è ravvisabile, secondo il giudice monocratico di Como, alcun reato. La vicenda risale alla sera del 1 giugno 2012, a tre anni fa, quando davanti alla televisione in occasione di una gara amichevole di preparazione ai campionati europei di calcio, scoppiò un litigio all’interno di un bar di Ponte Chiasso che trasmetteva il match tra Italia e Russia. Scontro verbale che si trasferì all’esterno dell’esercizio commerciale, in piazza XXIV Maggio, dove appunto avvenne il dramma. Nessuno si è costituito parte civile nel processo.