La Uiltec, divisione della Uil che segue le aziende tessili, scrive una lettera a Mario Draghi e Ignazio Visco: il sindacato chiede l’intervento di Bce e Bankitalia per risolvere una crisi finanziaria che mette a rischio il futuro della storica Tessitura Santi di Casnate con Bernate. Di seguito, il testo della lettera:
Egr. Presidenti,
da oltre due anni siamo impegnati a risolvere la grave situazione finanziaria in cui è stata
coinvolta la Tessitura Santi con sede a Casnate con Bernate, vicende non legate direttamente
all’azienda ma dovute al coinvolgimento della stessa in procedure di concordato da importanti clienti,
che hanno generato la grave crisi finanziaria in cui si trova. Questa preoccupazione è stata espressa
chiaramente anche da tutti i dipendenti che il 25/11/2014 hanno sottoscritto una lettera a tutte le
banche coinvolte. I lavoratori con il loro sacrificio e delle loro famiglie, rinunciando al salario per 4
mesi, hanno permesso all’azienda di proseguire l’attività.
Con grande amarezza dobbiamo prendere atto che, dopo 2 anni e 8 mesi di trattative, gli
istituti di credito coinvolti non hanno voluto trovare una soluzione necessaria al proseguimento
dell’attività, nonostante le ampie garanzie fornite dalla Famiglia Santi.
L’unico istituto che ha risposto alla lettera dei lavoratori affermando sui quotidiani che era
pronto a sostenere l’azienda e i suoi dipendenti, purtroppo i fatti concreti dimostrano il contrario,
tanto è vero che lo stesso istituto ha ridotto affidamenti alla società, senza preoccuparsi tanto delle
conseguenze.
Come segnalato dalla Società alle banche e ai dipendenti in assemblea, il protrarsi di questa
stagnazione è un fatto estremamente negativo, limita la possibilità di dedicarsi con maggiore impegno
al lavoro caratteristico dell’azienda, di approvvigionarsi con regolarità e, in definitiva, indebolisce la
posizione dell’azienda sul mercato. E’ interesse di tutti i soggetti coinvolti (azienda, dipendenti e
istituti di credito) arrivare rapidamente ad un accordo, se non si vuole compromettere il futuro e
lasciare che la situazione precipiti, con gravi conseguenze per tutti. Se l’azienda dovesse fallire
abbiamo i nomi dei responsabili e nessuno può chiamarsi fuori, il mancato rispetto dei tempi
nonostante l’emergenza e l’estrema rigidità di alcuni professionisti stanno mettendo a grave rischio il
futuro della Società e delle 54 famiglie coinvolte, oltre che il rimborso del debito nei confronti degli
istituti di credito. Mi sembra opportuno sottolineare che, di fronte a una ricapitalizzazione certa e una
vendita di immobili che porterebbero nuova finanza all’azienda, gli istituti con il loro comportamento
rischiano di perdere tutto.
La preoccupazione e l’amarezza sono ancora più grandi perché, avendo firmato in questi giorni
un accordo sindacale che prevede di lavorare il sabato per almeno altri 3 mesi e così pure la prima
settimana di agosto, da parecchie settimane sta concretizzando un forte aumento degli ordinativi,
tanto che il portafoglio ordini è quasi triplicato e le prospettive di lavoro per il futuro appaiono ottime.
E’ però evidente che non si potrà cogliere le opportunità che finalmente il mercato offre se le banche
continuano ad ostacolare l’azienda.
Presidenti, per quanto in Vostro potere, anche a nome dei lavoratori, Vi preghiamo di
intervenire presso tutti gli interlocutori al fine di sbloccare una situazione a dir poco paradossale,
anche in considerazione del fatto che l’istituzioni che le SS.VV. presiedono hanno attivato uno
strumento finanziario (quantitative easing), che tra gli scopi ha quello di immettere maggiore liquidità
nel sistema economico ed agevolare i prestiti a famiglie ed imprese.
Vi informiamo che stiamo valutando, con il coinvolgimento degli organi di informazione,
iniziative di mobilitazione mirata a far emergere l’ipocrisia di un sistema bancario sempre meno
disponibile a sostenere l’economia reale e le imprese e sempre più concentrato nell’investire nella
finanza creativa.
Ringraziamo per quanto vorrete fare e porgiamo distinti saluti.
La Segreteria UIL TEC Como
Gioacchino Favara
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