130 posti letto, fra dormitori e camere con servizi. E’ quanto offre la provincia di Como in fatto di ostelli. Tre le strutture che puntando su servizi, prezzi bassi e qualche lavoro di ristrutturazione (è il caso di quella di Villa Olmo) hanno lavorato per arrivare pronte all’appuntamento con l’esposizione universale. Almeno in questo primo mese, però, anche negli ostelli comaschi – così come negli alberghi del territorio – l’effetto Expo non c’è stato. “C’erano grandi aspettative, ma il boom non c’è stato – spiega Adrien Felcite dell’Ostello Respaù, 25 posti nel Parco della Spina Verde – Speravamo di intercettare i flussi ma il turismo da Expo, per ora, non ci ha toccati. Eppure la zona milanese ormai è off-limits sia per prezzi sia per occupazione. Forse è stata pubblicizzata poco la vicinanza comasca al sito espositivo”. I clienti intenzionati a visitare Expo, ma pernottando a Como, non sono mancati all’interno dell’Ostello Villa Olmo, che ha aperto i battenti a marzo dopo lavori di riqualificazione che hanno portato a una riorganizzazione delle camere, con la realizzazione dei bagni, per un totale di una cinquantina di posti. Anche in questo caso, però, le aspettative erano sicuramente diverse. “Abbiamo avuto una scolaresca tedesca in visita a Expo e alcuni clienti che, durante la vacanza lariana, hanno scelto poi di andare a Rho ma non si può parlare di boom – racconta il gestore Marcella Attardo – certamente il movimento è aumentato ma non abbiamo registrato un effetto Expo nemmeno lontanamente simile a quello che sta vivendo Milano”. “I turisti scelgono il Lago di Como a prescindere da Expo, la situazione è in linea con gli anni precedenti – racconta Paolo Testa, uno dei gestori dell’Ostello La Primula di Menaggio che offre 55 posti letto e numerosi servizi, come il noleggio di bici e kayak – Ovviamente nel 95% dei casi, i nostri clienti sono stranieri e non solo giovani che vogliono risparmiare. Questo è un mito da sfatare”.