Tecnicamente, sarebbe morto. Eppure stamattina era seduto nell’aula del Tribunale di Como: in silenzio, ma c’era. Davanti al giudice, anche le compagnie finite nel giro di una tentata truffa (in un caso riuscita) alle assicurazioni.
È iniziato il processo a carico di tre indagati – due uomini e una donna – accusati di aver inscenato un incidente mortale nella Repubblica Dominicana per incassare i premi assicurativi.
Il presunto “morto”, che oggi era regolarmente in aula, sarebbe riuscito a produrre anche l’autopsia e un certificato di cremazione per rendere ancora più credibile quel fatale investimento di pedone che risale al 23 maggio 2012. Da quel giorno, il 56enne residente a Como per le assicurazioni, per l’Ambasciata italiana e per l’anagrafe del Comune di Como, era ufficialmente morto. In realtà, l’uomo era vivo e vegeto. Aveva cambiato il nome e ottenuto un passaporto francese. Oltre a lui, oggi in aula sono comparsi il complice 26enne di Como ( l’intestatario del testamento e il beneficiario delle assicurazioni sulla vita) e una 65enne che fece confluire i soldi sui suoi conti per poi girarli in Svizzera. Prima di inscenare la morte, il 56enne aveva stipulato polizze sulla vita con assicurazioni diverse, per importi di 600mila, 820mila, un milione e 350mila euro. L’ultima era stata anche riscossa. Il processo è stato riaggiornato al 10 giugno.
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