Sarebbero 45mila i pensionati comaschi che, percependo una pensione superiore ai 1.500 euro lordi al mese, sarebbero interessati dai rimborsi. Ma 9mila rischiano di non prendere nulla, pur avendone teoricamente diritto.
Di recente, com’è noto, la Corte Costituzionale ha bocciato il blocco dell’adeguamento delle pensioni superiori a 1.500 euro stabilito nel 2011 e per due anni dal governo Monti.
Oggi sono emerse alcune anticipazioni del decreto che dovrebbe regolare i rimborsi. Rimborsi che escluderanno una fetta importante di pensionati, circa un quinto dei 5 milioni – a livello italiano – che ne avrebbero diritto. Se tale proporzione si applicasse anche in provincia di Como, dei 45mila pensionati interessati circa 9mila potrebbero rimanere senza rimborso. Mediamente, ha spiegato Palazzo Chigi, i pensionati percepiranno una una tantum media di 500 euro: ai pensionati con un assegno mensile vicino ai 1.500 euro andrà la cifra maggiore, circa 750 euro; al salire della pensione diminuirà il rimborso, con una soglia minima di 278 euro. Chi prende più di 3.200 euro lordi a mese non riceverà rimborsi.
<È un primo acconto, il problema non è certo risolto – spiega Amleto Luraghi, segretario della Spi Cgil di Como – resta aperta la questione della rivalutazione delle pensioni, una perdita che si trascina per gli anni a venire>.
Della stessa idea è Giovanna Tettamanti, direttrice del patronato Inas Cisl di Como. <Il meccanismo dell’una tantum mi lascia perplessa, poiché non risolve la questione delle rivalutazione delle pensioni bloccate nel 2012 e 2013. Oltretutto, in base alle anticipazioni giornalistiche, sembra che il tetto massimo di rimborso sia 750 euro, fronte di cifre spettanti ben più alte e di un blocco dei rimborsi a chi prendere oltre 3.200 euro al mese. Sempre dalle anticipazioni – conclude Giovanna Tettamanti – sembra che l’una tantum verrà erogata con la mensilità di agosto, ma attendiamo di leggere il testo del decreto>.