<Il voto? non porterà grandi cambiamenti e non sconvolgerà il già delicato equilibrio tra Italia e Canton Ticino>, questa almeno è la convinzione di una parte dei cittadini che vivono a due passi dal confine e che domenica si sono recati alle urne.
Di fatto lo scenario non è mutato, non c’è stata nessuna sorpresa eclatante, piuttosto una conferma: l’affermazione della Lega dei Ticinesi.
Il sentimento anti-italiano continua, dunque, a far guadagnare consensi.
Il partito fondato da Giuliano Bignasca ha conquistato un seggio in più in parlamento e vinto la corsa al Gran Consiglio (il governo del Cantone) mantenendo due ministri Claudio Zali, il padre delle politiche sulla mobilità contro il traffico generato dai frontalieri, e Norman Gobbi, l’uomo che si è esposto affinché il referendum del 9 febbraio 2014 contro l’immigrazione di massa venga rispettato.
Inevitabilmente, all’indomani del voto, da una parte e dall’altra del confine i risultati politici fanno riflettere. Secondo gli svizzeri, nonostante gli slogan e i toni accesi della campagna elettorale, sarà necessario trovare un punto di incontro tra due realtà così vicine e così legate l’una all’altra.