Due ministri tutt’altro che teneri nei confronti dei frontalieri confermati al governo e un seggio in più conquistato in Parlamento. Le elezioni cantonali non hanno riservato grandi sorprese ma una certezza: il trionfo della Lega dei Ticinesi in Canton Ticino non è un fenomeno passeggero e il sentimento anti-italiano continua a far guadagnare voti.
Con il 27,66% dei voti, il partito fondato da Giuliano Bignasca ha vinto la corsa al Consiglio di Stato (il governo del Cantone) mantenendo due ministri: Claudio Zali, il papà delle politiche sulla mobilità contro il traffico generato dai frontalieri, e Norman Gobbi, l’uomo che nelle ultime settimane di campagna elettorale si è esposto affinché il verdetto del referendum del 9 febbraio 2014 contro l’immigrazione di massa venga rispettato “senza se e senza ma”, anche a costo di perdere qualche punto di Pil. A urne chiuse una certezza si fa strada: la politica ticinese nei confronti dei lavoratori d’oltreconfine non cambierà nei prossimi quattro anni. Il sentimento anti-europeista e anti-frontalieri, insomma, continua a far guadagnare voti oltreconfine permettendo alla Lega dei Ticinesi di ottenere un seggio in più in Parlamento – dove il partito più votato resta però il PLR dei radical-liberali – e di essere l’unica formazione a vantare due ministri nell’Esecutivo.