Obbligo di dimora e divieto di espatrio per il 19enne italo-tunisino comasco che sarebbe stato pronto a partire per combattere con l’Isis, dopo essere stato agganciato via Internet dalla cellula di presunti estremisti islamici, dedita al reclutamento, smantellata dall’operazione Balkan Connection condotta dalla Digos di Brescia. Per il giovane, non indagato, è stata richiesta la sorveglianza speciale, misura di prevenzione tipica dell’antimafia ma da febbraio estesa ai potenziali foreign fighters (i combattenti stranieri pronti a partire per la Siria e il Medio Oriente), come previsto dal decreto anti-terrorismo. Il Questore di Como, come da prassi, ha già presentato la richiesta di sorveglianza speciale all’autorità giudiziaria competente, che dovrà convalidare o meno la domanda. In caso di convalida, dunque, il giovane italo-tunisino, residente nel Comasco, dovrà attenersi alle indicazioni che verranno imposte, su tutte l’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di dimora abituale e il ritiro del documento dell’espatrio. Potrebbe poi esserci l’obbligo di firma così come di rispettare determinati orari. Un controllo quotidiano, dunque, nei confronti del ragazzo, da parte dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine.