Due persone arrestate e portate in carcere. Dieci indagati. Nove perquisizioni in abitazioni e società. Case, industrie, automobili e conti correnti sequestrati per oltre 10 milioni di euro.
Sono i primi risultati dell’operazione Aerarium, coordinata dalla Procura della Repubblica di Como e condotta dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza lariana.
Le accuse parlano, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale.
Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte nell’inchiesta – i due arrestati sono milanesi domiciliati nel Luganese – avrebbero svuotato una società: l’obiettivo era far fallire l’azienda per sfuggire ai creditori, tra i quali lo Stato Italiano.
Complessivamente sarebbero state coinvolte dieci società con sede in Italia – province di Como, Napoli e Pordenone – ma anche all’estero, e più precisamente a Zurigo, in Croazia e nelle Isole Vergini Britanniche.
Gli indagati, secondo le ipotesi della Procura lariana, avrebbero svuotato di beni e patrimoio una società italiana, attiva nel settore del commercio di articoli elettronici e materie prime, attraverso bonifici a favore di altre società svizzere da loro controllate. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, era far fallire la società e rendere inefficaci le pretese dei creditori, tra i quali il Fisco italiano, che vantava crediti per tasse non pagate per quasi 10 milioni di euro. Alcuni professionisti avrebbero spostato in Svizzera beni del valore di circa 4 milioni di euro senza effettuare la segnalazione antiriciclaggio. E proprio da un controllo amministrativo in materia di antiriciclaggio è partita l’indagine che ha portato agli arresti di oggi.