Passata l’euforia per la rivalutazione degli stipendi, il nuovo tasso di cambio tra franco ed euro inizia a preoccupare i frontalieri. Non è ancora trascorsa una settimana, del resto, dalla decisione della Banca Nazionale Svizzera, eppure oltreconfine iniziano già a delinearsi scenari poco confortanti. Il nuovo cambio, del resto, rappresenta un problema per molti imprenditori elvetici, soprattutto per chi esporta. E così, come riporta Ticinonline in pochi giorni la Camera di Commercio ticinese ha ricevuto una cinquantina di telefonate da parte di aziende preoccupate per i loro affari. Secondo il direttore – intervistato dal sito d’informazione ticinese – in una decina di casi sarebbero intenzionati ad introdurre delle modifiche salariali per compensare il danno. La preoccupazione tra i frontalieri cresce, poi, ripensando a quanto accaduto nel 2011, prima che la BNS decidesse di imporre un cambio minimo controllato.