
Secondo la Corte d’Assise di Como Franco Cerfoglio, condannato in primo grado per l’omicidio di Alfredo Sandrini, avrebbe «guidato la sua vittima» per telefono, continuando a spostarsi e a non farsi trovare all’appuntamento che era stato fissato. Un piano ordito per poter «incontrare Alfredo Sandrini in circostanze che consentissero di affrontarlo con un’arma senza essere visto da testimoni».
È la tesi della Corte d’Assise che ha motivato la sentenza di condanna del pescatore di Domaso, Franco Cerfoglio, ritenuto il responsabile dell’omicidio di Sandrini (40enne di Sorico) avvenuto sulla pista ciclabile che conduce a Gera Lario la sera del 3 gennaio 2014.