<Una rapina dello Stato ai danni di lavoratori pendolari comaschi>. Sono le parole del deputato della Lega Nord Nicola Molteni, che ha portato il caso dell’aumento dell’autostrada a Fino Mornasco a Roma: ha presentato un’interrogazione al ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi.
Dal primo gennaio, il pedaggio al casello di Fino Mornasco è stato ritoccato al rialzo. Fino al 31 dicembre scorso si pagavano 70 centesimi; dall’inizio del 2015, la tariffa è stata portata a 80 centesimi, con un aumento di dieci centesimi di euro.
Una piccola somma, in senso assoluto, un rincaro superiore al 10% se si rapporta l’incremento alla cifra. I più colpiti da questo aumento sono senza dubbio i pendolari, che passano il casello due volte al giorno. E spesso, i comaschi preferiscono la barriera di Fino Mornasco a quella di Grandate, proprio per una questione economica: a Fino Mornasco il ticket costa 80 centesimi, mentre a Grandate bisogna pagare 2 euro e 20 centesimi. Una manovra che – a patto di voler fare più strada normale e meno autostrada – risulta ancora conveniente, nonostante il ritocco verso l’alto della tariffa di Fino Mornasco. Ritocco sul quale Molteni interroga il ministro Lupi: il parlamentare chiede, testualmente, le <ragioni dell’ennesimo salasso ai danni di pendolari e lavoratori del Nord>. <Lupi aveva annunciato aumenti massimi dell’1,50% sui pedaggi autostradali e a Fino Mornasco ha imposto rincari che superano il 10% – continua Molteni – una follia che penalizza il nostro territorio. La Milano Como è l’autostrada più cara d’Italia (8 euro andata e ritorno, per 34 chilometri), la batosta sul pedaggio di Fino rappresenta un accanimento scandaloso, deciso con un blitz governativo, l’ultimo giorno dell’anno>.