“L’effettiva utilità dell’opera non può mettere in secondo piano il rispetto del territorio”. E’ l’allarme lanciato da don Andrea Straffi – studioso di arte della Diocesi di Como – a proposito della Variante della Tremezzina, o meglio dell’impatto che l’infrastruttura potrebbe avere non solo sul paesaggio del lago ma anche su due luoghi sacri: il Santuario della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio e la chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio a Mezzegra.
I dubbi di don Andrea e di don Saverio Xeres, storico della Diocesi di Como sono al centro di un lungo articolo pubblicato sul Settimanale della Diocesi dal titolo: “Tremezzina, la variante che fa discutere”.
Fa discutere – secondo i due sacerdoti – a causa del tracciato e dei suoi lunghi tunnel. In particolare i timori sono legati ai viadotti Val Perlana e di Mezzegra, che potrebbero compromettere la bellezza dei luoghi e anche il loro isolamento. “Il Sacro Monte di Ossuccio è stato ideato e vissuto per secoli come oasi di preghiera e di pace” spiega don Andrea. “Appare ovvio – aggiunge – che la costruzione di viadotto nella sottostante Val Perlana rischia di rompere questa armonia”. Per non parlare dell’aspetto conservativo visto che, come ricorda il sacerdote comasco, le strutture sono antiche e sensibili. Per quanto riguarda Mezzegra, come si legge nell’articolo, le preoccupazioni dipendono dal possibile impatto paesaggistico del tracciato che dovrebbe passare dietro la chiesa di Sant’Abbondio “incastonata – spiega don Andrea – come un gioiello sulla costa della montagna”.
Criticità già segnalate dalla Diocesi interpellata tra l’altro lo scorso febbraio dal settore Opere Pubbliche della Provincia di Como. “Pensiamo che siano possibili modifiche al tracciato senza bloccarne la realizzazione” dice ancora don Andrea che sottolinea anche il costo dell’opera. “Non vorremmo, come troppo spesso abbiamo visto – afferma il sacerdote – che i lavori proseguissero a singhiozzo o che venissero intrapresi e non completati o che per mancanza di risorse economiche – conclude – le opere di mitigazione promesse non venissero realizzate”.