Venti anni di condanna, al netto dello sconto di pena del rito abbreviato: si è conclusa così l’udienza preliminare sulla presunta responsabilità di quelli che secondo la procura di Como (pm Antonio Nalesso) e la squadra Mobile furono i capi della banda della “rapina del secolo”, il colpo a Turate sulla A9 dell’8 aprile 2013: un commando armato di kalashnikov assaltò i furgoni blindati della Battistolli scappando con 10 milioni in lingotti d’oro e contanti, mettendo a ferro e fuoco l’autostrada.
Oggi, in aula, i due presunti capi del commando: Giuseppe Dinardi, 51 anni, residente a Cologno Monzese e detenuto al Bassone, e Antonio Agresti, 43 anni, residente ad Andria e in carcere in Puglia, accusati non solo di rapina ma anche di tentato omicidio dei sei uomini della Battistolli, furto dei mezzi che servirono per bloccare l’autostrada, interruzione di pubblico servizio e detenzione illegale di armi.
I due imputati hanno imboccato due vie diverse. Agresti ha scelto il rito Abbreviato e, come detto, è stato condannato a 20 anni; non sono gli stati riconosciuti i sei tentati omicidi. Dinardi è stato invece rinviato a giudizio e comparirà in aula il 26 marzo. Il giudice ha anche riconosciuto il risarcimento del danno all’unica parte civile costituita, la società Autostrade, da liquidarsi tuttavia in separata sede.