In provincia di Como si contano 401 episodi di estorsioni dal 2008 al 2014. Incendi, colpi di pistola o di fucile, danneggiamenti, minacce, avvertimenti.
I dati sono stati diffusi ieri sera nel corso di un convegno sulla presenza della criminalità organizzata nelle attività economiche e produttive, organizzato nella sede di Unindustria Como dall’Ordine degli Avvocati e dal Gruppo Cronisti Como.
Il pubblico ministero Alessandra Dolci, in forze alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha descritto puntualmente il fenomeno mafioso fornendo il dettaglio degli episodi di estorsione in provincia di Como, così come raccolti e catalogati nella banca dati della Dda.
Dal 2008 al 2014, come anticipato, si contano 401 episodi di estorsione, tra i quali spiccano gli incendi -270 – e i colpi di arma da fuoco – 43.
E ancora, 19 buste con proiettili, 17 auto danneggiate, 16 minacce telefoniche.
C’è poi un episodio singolo, che di certo non fa statistica, ma che va sottolineato per la violenza e la brutalità del messaggio di avvertimento: a un imprenditore è stata recapitata una testa di maiale con un proiettile in bocca.
Che il Lario fosse terreno fertile per la criminalità organizzata, non era una novità. Ma questi numeri confermano la profondità delle radici della ‘ndrangheta sul territorio; proprio nelle scorse settimane, la Dda di Milano, con l’operazione Insubria ha assestato un duro colpo alla mafia di stampo calabrese. 38 ordinanze di custodia cautelare, 35 delle quali in carcere: nel mirino degli inquirenti – che per la prima volta hanno documentato i rituali di affiliazione – sono finiti i locali (cellule di ‘ndrangheta) di Fino Mornasco e Cermenate.