Un saluto commosso è quello che il Tribunale di Como ha tributato al giudice Vittorio Anghileri che ha deciso di andare in pensione. Numerosi i fascicoli che sono passati tra le sue mani dal caso di Marisa Fontanella, alla strage di Erba (quando era gip). Da presidente della corte d’Assise, si è occupato dell’omicidio del furgone giallo di Tavernerio e – più di recente – di quello della pista ciclabile a Gera Lario. Anghileri era presidente della sezione penale. 63enne, dal 23 maggio 1978 a Como e dall’anno prima in magistratura, ha deciso di lasciare le aule del Palazzo di Giustizia. Stamattina è stato salutato da giudici, avvocati, pm, forze dell’ordine che hanno riempito l’aula al piano terra del palazzo di giustizia. «Quando mi hai detto che te ne andavi mi è caduto il soffitto in testa – ha detto il presidente del tribunale, Nicola Laudisio – Ma sei nonno ed è una legittima aspirazione dedicarsi ai nipotini». «Lascerai un vuoto incolmabile, oggi si chiude una pagina del tribunale» ha poi proseguito il procuratore, Giacomo Bodero Maccabeo che ha anche ricordato i trascorsi sportivi di Anghileri. «Un terzino alla Facchetti, ma anche un appassionato ciclista». Commosso poi il saluto dei giudici («prima amici che colleghi») che lo hanno accompagnato in quest anni. «Per rimanere in tema sportivo – ha infine detto Anghileri – Meglio appendere le scarpe al chiodo un minuto prima che gli altri ti facciano capire che era il momento».