Lungolago di Como pedonale. Per ora, è solamente un’ipotesi: sognata dall’amministrazione cittadina, e studiata da una società incaricata dal Comune di Como.
Dubbi e perplessità erano arrivati dai sindaci dei paesi della sponda orientale del lago, per i quali la Lariana – che confluisce sul lungolago – è l’unica via d’accesso alla città di Como. L’ipotesi non convince nemmeno i rappresentanti di commercianti, autotrasportatori e utenti della strada.
Sul fronte politico, dai banchi dell’opposizione il coro è praticamente unanime. <Anche a me piacerebbe andare in bicicletta sul lungolago – commenta Laura Bordoli, capogruppo del Nuovo centrodestra – Ma dove si devia il traffico? Dove si fanno passare i mezzi, senza paralizzare la città? Impossibile bloccare la Lariana>. <Chiudere il lungolago è un’idea affascinante – aggiunge Marco Butti (Fratelli d’Italia) – ma per pensare in grande ci vogliono spalle solide. Soprattutto non ci si può dimenticare di quanti abitano sulla sponda est del lago. <E’ un progetto ambizioso, speriamo non si trasformi in una nuova ztl>, dice Luca Ceruti del Movimento 5 Stelle, che si chiede se con le professionalità presenti in Comune vi fosse bisogno di affidare l’incarico di studio a una società esterna.
Diversa, invece, la critica avanzata da Sergio Gaddi, capogruppo di Forza Italia. <Mi chiedo quali elementi decorativi o che tipo di verde si possa ipotizzare se il sogno di Daniela Gerosa in ogni caso prevede l’apertura della strada in una fascia di punta al mattino. Tutto ciò si trasformerebbe in una banale chiusura al traffico. Se si pedonalizza bisogna abbellire – conclude Gaddi – Non piazzare sul lungolago delle orribili barriere mobili da rimuovere ogni mattina per poche ore>.