Un giro di auto intestate a defunti e clochard
La polizia stradale le ha chiamate “ghost car”, ovvero auto fantasma. Erano intestate a persone scomparse, clochard oppure extracomunitari senza fissa dimora, persone “ombra” delle nostre città che però avevano un ruolo cruciale: figurare come proprietari di automobili che poi venivano utilizzate per compiere reati, rapine, furti e altro. Stratagemma per rendere difficile, se non impossibile, risalire sia al proprietario del mezzo, sia a chi l’aveva coinvolto in questo giro. Un favore che veniva pagato, da chi teneva le fila dell’attività, tra i 50 e i 100 euro a intestazione fittizia. L’inchiesta della stradale, che ha toccato tutta Italia, ha avuto pesanti ripercussioni anche nel Comasco. Sono infatti 8 le persone coinvolte come prestanomi, 7 clochard italiani e un extracomunitario che in tutto si erano intestati circa 1.000 automobili, per una media impressionante – auto più, auto meno – di 125 mezzi a testa. Questo migliaio di vetture verrà ora radiato, ovvero sequestrato una volta intercettato e fermato. Gli otto “prestatori di identità” risponderanno non ad un reato del codice penale, bensì ad una ammenda amministrativa da 500 euro per ogni auto fantasma. Dove poi sarà possibile andare a prendere questi soldi non è dato saperlo. Ma l’operazione “ghost car”, come detto, non ha riguardato solo la nostra provincia ma tutta l’Italia, con oltre 10 mila veicoli radiati (10.892 per la precisione).
Auto che, in alcuni casi, erano anche di grossa cilindrata, come Ferrari e Rolls Royce. Fantasmi lungo le strade che circolavano senza pagare pedaggi autostradali o multe e, soprattutto, eludendo i controlli una volta commessi i reati. Ovviamente, la grande maggioranza di questi veicoli ombra (il 70%) è risultato sprovvisto di assicurazione. I principi indiscussi dei prestanomi sono risultati un romeno 26enne – ricercato – che di auto ne aveva intestate 1.337 e un 33enne milanese con 1.286. Una di queste “ghost car” è finita anche con l’essere coinvolta nell’incidente in cui tre giovani persero la vita schiantandosi contro il pullman del Torino Calcio nell’ottobre 2011.
fonte: www.corrieredicomo.it